ATTENZIONE /at·ten·zió·ne/
s. f. [dal lat. attentio -onis, der. di attendĕre «rivolgere l’animo»]. – Atto di rivolgere e applicare la mente a un oggetto; processo che permette di concentrare o d’indirizzare l’attività psichica su un determinato oggetto, sia di ordine sensoriale (a. sensoriale), sia di ordine rappresentativo (a. rappresentativa, interna, intellettuale)*.
L’attenzione può essere “posta” su qualcosa o qualcosa può “attirare” la nostra attenzione, ma che cosa succede nel nostro cervello quando si pone attenzione su qualcosa o quando qualcosa cattura la nostra attenzione?
Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista “Trends in Cognitive Sciences” e condotto da scienziati del Max Planck Institute for Human Development e University of Southern California ha preso in esame i risultati più significativi delle ricerche che in passato hanno indagato i meccanismi alla base degli spostamenti improvvisi dell’attenzione e ne è emerso che è la noradrenalina ad essere imputata al controllo dell’attenzione.
La noradrenalina è un neurotrasmettitore che coinvolge parti del cervello deputate al controllo dell’attenzione e delle reazioni (ma anche della memoria e del controllo dello stress) ed ha il suo principale sito di sintesi nel locus coeruleus, un’area chiamata anche “Punto Blu (Blue Spot)” per la caratteristica colorazione tendente all’azzurro.
In merito al ruolo della noradrenalina è stato inoltre possibile dimostrare che le fluttuazioni delle dimensioni della pupilla sono legate all’attività del locus coeruleus e gli scienziati hanno avuto la conferma che nei momenti di maggiore attività noradrenergica l’attenzione era superiore.
In particolar modo la noradrenalina viene attivata quando ci troviamo di fronte a cose e/o eventi che non conosciamo permettendo di focalizzarvi l’attenzione e imparare dall’evento o dall’oggetto inatteso.
Alla luce di questi studi, quando si parla di interazioni e di comunicazione, il ruolo dell’attenzione diventa un parametro imprescindibile per la valutazione delle performance.
“Su qualunque aspetto della vita si sia indirizzata l’attenzione, esso apparirà determinante nella valutazione globale”
D. Kahneman
La noradrenalina viene rilasciata quando un evento attiva una serie di cambiamenti fisiologici, come, a titolo di esempio, quando siamo in silenzio e d’improvviso sentiamo un forte rumore oppure quando stiamo parlando a bassa voce ed improvvisamente alziamo il tono portando l’attenzione del nostro interlocutore sulle parole pronunciate con il tono più alto.
Pensiamo ad una trattativa commerciale: siamo in sala riunioni con un nostro potenziale cliente che ha potere decisionale, siamo preparati sull’argomento trattato, abbiamo condotto la trattativa in modo magistrale e siamo giunti alla presentazione del prezzo. Improvvisamente squilla il cellulare del nostro interlocutore che lo estrae dal taschino della giacca, lo guarda, non risponde, toglie la suoneria e torna a guardarci in attesa che finiamo la nostra performance. Come gestite l’interruzione? Innanzitutto riconoscere che l’attenzione del nostro interlocutore è stata momentaneamente spostata su “altro” ci aiuta a capire che, con tutta probabilità, non ci sta più ascoltando con la stessa attenzione di prima e che, sempre con tutta probabilità, nei secondi seguenti la chiamata la sua mente sta valutando varie rappresentazioni che non hanno niente a che vedere con la nostra trattativa (“Dovrò richiamare mia moglie”, “E ora che vuole quel cliente?”, “Chissà di chi è quel numero sconosciuto!”, “Che scocciatura!”, …).
Capire che ci sono dei meccanismi che si attivano nel nostro cervello facendo si che l’attenzione sia posta su altro ci aiuta a re-inquadrare e rifocalizzare l’attenzione sul momento presente, per esempio alzando un poco il tono della voce per ri-catturare l’attenzione oppure prendendo il preventivo posizionandolo vicino all’interlocutore e dicendogli “Guardi. Le stavo proponendo questa soluzione (appoggiando il dito sulle righe dove si evidenzia la soluzione) … . L’attenzione può essere catturata anche tramite la comunicazione non verbale, per esempio, tramite un gesto, un’occhiata o un cambio di postura.
L’importante in questi casi è rendersi conto ed essere consapevoli che il nostro interlocutore ha bisogno che gli venga distolta l’attenzione dall’interruzione per riportarla al momento presente della nostra trattativa.
Il miglior esercizio è partire da noi stessi e iniziare a “fare caso” a quando poniamo l’attenzione su qualcosa o su qualcuno, in che modo la poniamo e cosa ha scatenato quella reazione in noi.
Viviamo ogni giorno immersi in messaggi pubblicitari che catturano, in un modo o nell’altro, la nostra attenzione. I Brand che utilizzano le Neuroscienze sanno bene che per catturare l’attenzione in uno spot pubblicitario ci deve essere un “punto fuori fuoco” che cattura l’attenzione, per esempio una musica conosciuta e riconoscibile in uno spot emozionale, un colore predominante in uno spot monocromatico, una cambio di rossetto della modella in uno spot a sequenze e così via.
Il concetto di attenzione fa così parte della nostra vita quotidiana che spesso, nelle città, sono presenti, per esempio, cartelli stradali con l’aggiunta di segnali luminosi affinché la nostra attenzione venga da essi catturata e ogni simbolo rappresenta per noi un messaggio che viene elaborato nel nostro cervello e nella nostra mente.
““Gli psicologi hanno stabilito che, anche se prestiamo la massima attenzione, un’immagine proiettata su uno schermo per meno di circa quaranta millisecondi (e presentata fra due immagini proiettate un po’ piú a lungo, chiamate maschere) non accede alla nostra consapevolezza cosciente. Ciò nonostante, queste immagini subliminali possono influenzare le decisioni coscienti …. Tuttavia pregevoli studi di laboratorio hanno fornito prove convincenti di alcuni tipi specifici di processi mentali clandestini. … La conclusione è che il cervello coordina surrettiziamente un prodigio di regolazione, funzionalità e data mining.”
Ma questa è un’altra storia!!!
FONTI:
* https://www.treccani.it/vocabolario/attenzione_res-95b46343-000f-11de-9d89-0016357eee51/
– https://www.mpib-berlin.mpg.de/press-releases/how-the-brain-s-blue-spot-helps-us-focus-our- attention
– https://www.nature.com/articles/s41586-022-04782-2
– D. Kahneman, “Pensieri lenti e veloci”, Mondadori, 2012
– Brian Greene, “Until the end of time”, Penguin Science, 2020. Trad. It a cura di Apple Books