Nella seconda metà del Trecento, in Occidente, la moda inizia ad affermarsi come fenomeno sociale. L’abito e le fattezze dell’abito diventano sinonimo di potere, ruolo, status e influenza sociale. Durante il 1900, nell’ambito della psicologia sociale, la moda viene definita come “un contagio imitativo che comprende numerosi vettori, ciascuno dei quali corrisponde ad uno dei domini della nostra società”. “La moda fornisce all’uomo uno schema con cui provare in modo inconfutabile il suo legame con la collettività”. La moda diventa così un aggregatore di culture, simboli, riti e rituali avvicinandosi sempre di più all’arte e ai linguaggi visivi. La creatività, come keyword che caratterizza lo stile, situa la moda in quell’interstizio tra tradizione e avanguardia, una performance creata per esprimere non solo (e non più) uno status ma la propria identità attingendo a stili espressivi che ne determinano la base culturale. La moda entra nella vita delle persone determinandone le interazioni e gli scambi sociali, riflette il contemporaneo come linguaggio di una società globale e globalizzata pur mantenendo sempre le singolarità etniche e culturali attingendo alle tradizioni di tutto il mondo. Da qui nascono i vari stili: country, bon ton, rock e via dicendo … La cultura fa la moda e la moda fa la cultura nel momento in cui si ibrida con le arti visive, il cinema, la fotografia, la pubblicità, l’architettura, la musica, la danza. Un esempio e una conferma ci arriva direttamente da uno dei top player della moda mondiale: PITTI IMMAGINE che si tiene ogni anno nella meravigliosa cornice di Firenze, in Toscana. Nel suo sito web Pitti immagine, nella sezione Story, si definisce “una storia multiculturale in continua espansione”. Nato inizialmente negli anni ’50 del secolo scorso come luogo di incontro tra buyer e produttori è diventato, oggi, un luogo eterotopico dove la cultura si interseca con linguaggi contemporanei creando performance di alto livello in termini di esperienza e di tendenze. Oltre agli storici eventi legati al mondo della moda quali Pitti Uomo, Pitti Bimbo e Pitti Filati si possono visitare Taste, progetto che racconta il mondo del food, Testo, che racconta di come nasce un libro e come si legge, Fragranze, progetto legato alle esperienze olfattive e Summit, appuntamento dedicato ai rapporti tra la moda e il mondo digitale. Moda, Cibo, Letteratura, Esperienze Sensoriali, Mondo Digitale: in una parola CULTURA.
Ph. Francesco Lepri
Ph. Francesco Lepri
FONTI:
– M. A. DESCAMPS, Psicosociologia della moda, Roma, 1981
– G. SIMMEL, La moda, Milano, 1985
– https://www.pittimmagine.com/it/history